sabato 26 maggio 2018

Incontro con Giovanni Floris

Gli scuolabus erano già arrivati, io e i miei compagni di classe eravamo ansiosi all’idea di incontrare Floris, noto conduttore televisivo e autore del libro “Quella notte sono io”, ma mancavano ancora trenta minuti… trenta lunghissimi minuti.  Appena è suonata la campanella, si è sentito un gran fracasso provenire dal corridoio: erano le altre classi che si dirigevano entusiaste verso gli scuolabus e, a seguire, siamo usciti noi. Siamo arrivati al polivalente di Ripi. I posti erano già tutti occupati, perciò mi è capitata la penultima fila, vicino a Benedetto.  Floris non era ancora arrivato e i professori di strumento provavano dei brani musicali per intrattenerci. Alle ore 10:00, Floris è entrato nella sala, seguito da due guardie del corpo. L’orchestra ha iniziato a suonare un brano, mentre Floris si è accomodato su una poltrona sul palco. Terminata l’esecuzione musicale, alcuni ragazzi delle terze di Torrice si sono alzati e hanno letto, in modo molto espressivo, l’epilogo del romanzo. Poi Floris ha preso la parola,  iniziando a parlare del suo libro “Quella notte sono io“, che affronta la tematica del bullismo. È la storia di una banda di ragazzi, ormai diventati uomini, che, all’età di 18 anni, gettano nel vuoto, dal terzo piano di un palazzo, Mirko, un loro compagno di classe con una disabilità. Il fatto si era verificato durante una gita. Stefano, Lucio, Germano, Margherita e Silvia erano pronti a far male a Mirko: avevano pianificato il giorno e l’ora. Germano e Lucio erano andati a bussare alla camera del ragazzo. Lo avevano condotto fuori. Germano aveva preso per le gambe Mirko e lo aveva fatto ondeggiare per poi lasciare la presa. Si spaventarono tutti, nessuno ebbe il coraggio di confessare. Finché un giorno Stefano, il protagonista,e i suoi vecchi amici vennero chiamati a casa della mamma di Mirko. Con il passare del tempo arrivarono altri personaggi, come la loro ex prof. Fratocchi, Andrea, un loro ex compagno di classe, il loro ex preside ed Eleonora, la moglie di Mirko. Stefano e i suoi ex amici rifletterono molto durante quella giornata e alcuni confessarono. La loro storia diventò una vera e propria lezione di vita per il figlio di Mirko. E per ciascuno di noi.
L’autore ha, poi, lasciato spazio alle domande dei ragazzi, cui ha risposto, appagando ogni curiosità. Al termine, Floris ha autografato i libri. Verso le dodici siamo tornati  a scuola felici di aver vissuto un’esperienza, che non dimenticheremo mai.
A me questo libro ha  insegnato molto. Innanzitutto, ho capito che, anche se in apparenza sembriamo diversi, in realtà siamo tutti uguali. Noi crediamo di essere diversi dagli altri, ma in fondo siamo ugualmente deboli: ognuno di noi ha delle fragilità. Punti di forza e fragilità.  Un ragazzo con problemi non è diverso, ma speciale. Tutti siamo speciali, perché unici, con le nostre luci e le nostre ombre. E ognuno di noi ha un valore immenso.


Lorenzo D’Amico ( II A )