sabato 26 maggio 2018

UNITI E VINCENTI

Erano  molto felici di quello che era successo: vincere la semifinale era un traguardo incredibile. Ma, a dirla tutta, a volte la vita ci riserva delle amare sorprese.
La squadra di rugby di  Valsecca andò  subito dal parroco Tarcisio :
- Buongiorno parroco, siamo felici di annunciarle che, con nostro grande stupore, siamo riusciti a vincere la semifinale! Ma è anche grazie a lei, che  ci ha supportato in questo percorso.
 Ci fu un momento di silenzio finché Francesca  domandò :
- Ci scusi, don Tarcisio, le volevamo chiedere se ci poteva prestare il campetto dell’oratorio per la finale di sabato.
Don Tarcisio le rispose con tristezza :
- Ragazzi, sono felice della vostra vittoria, ma sabato non posso proprio ospirtarvi: ho un matrimonio.
 I ragazzi erano molto dispiaciuti:
- Dopo aver raggiunto un traguardo così  elevato, è inutile! Arrivare in finale senza avere un campo su cui disputarla!- esclamò  Martin, il capitano.
Ognuno dei giocatori propose una soluzione. All’improvviso Francesca urlò:
- Camminando in riva al mare ho notato una villa, il proprietario ci può affittare un campo.
Martin rispose :
- Hai chiesto anche il prezzo? - e lei gli rispose:
- Certo, costa ottocento euro!
Gonzalo le rispose deluso:
- Ma noi non abbiamo fondi sufficienti!
 Passarono i giorni e i ragazzi erano sempre più abbattuti, fino a quando Cristiano, l’allenatore,  propose:
- Potremmo organizzare uno spettacolo, in cui ognuno di noi potrà  mostrare il  proprio talento, così da raccogliere i fondi necessari per affittare il campo.
I ragazzi si misero all’opera: Francesca decise  di occuparsi del buffet, Gonzalo, visto che era il più bravo in matematica, si sarebbe occupato di vendere i biglietti e tenere i conti, mentre Martin e tutti gli altri si sarebbero occupati di intrattenere il pubblico con esercizi ginnici, canti e balli. Grazie a questo, riuscirono a trovare tutti i fondi per pagare l’affitto del  campo.
Il giorno della partita arrivò. Erano tutti felici: il parroco, l’allenatore, l’intera squadra e tutto il paese. Ma c’era ancora una persona che poteva interrompere questa felicità: l’allenatore dell’altra squadra, il signor Mircus, che per tutto il tempo aveva atteso il momento giusto per tendere loro un brutto tiro. Infatti,  prima della partita, rubò le chiavi dello spogliatoio e li chiuse dentro. Così facendo non sarebbero arrivati in tempo e gli avversari della città di Valcamonica avrebbero vinto a tavolino. La squadra era disperata e tutti accusarono Francesca, Martin e Gonzalo.
- È tutta colpa vostra!
- Solo colpa vostra!
Ad un tratto, però, mentre tutti erano distratti, Gonzalo provò a forzare la serratura. Fortunatamente riuscirono ad entrare in campo in tempo e a iniziare la partita.  Dopo il primo tempo, stavano perdendo e molti della squadra si davano ormai per sconfitti,  ma il mister disse:
-Noi siamo una squadra, siamo come una famiglia e dobbiamo rimanere sempre uniti. Giochiamo come abbiamo sempre fatto e vinciamo da squadra!
Sentite queste parole, tornarono in campo più carichi che mai, ma sfortunatamente un compagno si fece male. Tutta la squadra era in attesa della risposta del medico, sperando che l’amico potesse continuare a giocare. Purtroppo non fu così. Il malcapitato dovette abbandonare il campo.
 La partita, però,  poté continuare, visto che entrò Francesca, l’arma segreta. In campo fu davvero un mostro di bravura e riuscirono a pareggiare. All’ultimo minuto gli avversari stavano per segnare il punto decisivo. Tutti erano con il fiato sospeso , persino il mister era molto nervoso, lui che di solito non perdeva mai il controllo. Alla fine il  capitano avversario partì, colpì il pallone, la palla volò in aria e... Sbagliò!
La squadra di Cristiano esultò. Unita più che mai, alla fine riuscì a vincere e ad aggiudicarsi la coppa.
 Il bello del gioco di squadra é che non sei da solo a spingere, ma hai bisogno degli altri  sette compagni: questa era la grande lezione che avevano imparato e di cui, da allora in poi,  fecero tesoro .
I festeggiamenti durarono  per tutto il terzo tempo: Francesca, Martin, Gonzalo, il mister e tutta la loro squadra rimasero sempre uniti, come una grande famiglia, custodendo gelosamente la meritata coppa.


                                                                                                                            Classe IA