sabato 26 maggio 2018

Parate al femminile

Andrea, nonostante il nome maschile , è una ragazza alta e slanciata di quindici anni. Le piace giocare a calcio. Si è trasferita da poco a Milano e ancora non si è ambientata; nessuna ragazza vuole saperne di essere amica di una ‘’femmina’’ che gioca a calcio.
Nella sua vecchia città non aveva problemi a relazionarsi con le sue coetanee ed il fatto che avesse perso questi rapporti la faceva star male. Il primo allenamento fu tragico. Appena scese in campo incontrò Lupo, un ragazzo di sedici anni, primo portiere della squadra. Lo sguardo di Lupo verso Andrea fu di sorpresa:
- Sono abituato a sentire le ragazze che urlano il mio nome quando paro e non vederle calciare un pallone.
Alla fine degli allenamenti, la squadra tornò negli spogliatoi. Mentre Andrea usciva dal campo, Lupo e i suoi amici le organizzarono uno scherzo.
- Facciamole lo sgambetto così cadrà in una pozzanghera!
Appena Lupo si avvicinò per attuare il piano, Gennaro, l’allenatore, lo prese per le spalle:
- Se questo comportamento andrà avanti, la tua carriera nella nazionale giovanile finisce qui!
- Davvero? Se mio padre lo venisse a sapere ti farebbe licenziare! È mio padre che sponsorizza la squadra.
Lupo se ne andò senza lasciare a Gennaro il tempo di rispondere.
Nei giorni seguenti, le cose migliorarono. Paolo, un ragazzo di quindici anni della squadra, era l’unico ad avere fiducia in lei.
Gli altri ragazzi la apostrofavano come un’ incompetente:
-  Vai  a giocare a pallavolo con le altre ragazze!
Andrea, ogni volta che tornava a casa, raccontava quello che accadeva alla nonna Matilde, con la quale viveva e che la sosteneva in tutto.
La saggia signora, un giorno, le consigliò:
 - Per ottenere buoni risultati devi lottare, essere forte e fare sacrifici. Sacrificio significa “rendere sacro”, far diventare importante ciò che fai. Vedrai che presto otterrai buoni risultati.

Più le settimane passavano, più l’amicizia tra Paolo e Andrea si fortificava. Nonostante ciò, Lupo e i suoi compagni non cambiarono le loro idee su Andrea.
Più le settimane passavano, più la ragazza si dedicava solo al calcio.
Un pomeriggio, mentre si preparava per gli allenamenti, le arrivò una telefonata:
- Pronto?
Una voce femminile le rispose:
- Ehi, Andrea, sono Flavia!
- Ciao, Flavia, che fai?
- Veramente volevo chiederti se vuoi uscire con me.
Andrea esitò a dare una risposta:
 - Scusa, Flavia, non posso, devo allenarmi.
 E terminò la chiamata. Niente poteva distrarla dal suo obiettivo.
Presto la gara contro Lupo, per determinare il nuovo portiere della squadra, arrivò .
Andrea si era allenata duramente facendo continue rinunce e sacrifici,  mentre Lupo non si era allenato per niente, credendo di essere il migliore di tutti. .
All’incontro, erano tutti molto tesi, compreso Gennaro che temeva una reazione negativa del padre nel caso Lupo perdesse.
Paolo era l’unico a tifare per Andrea, anche se così si mise contro tutta la squadra.
La gara si stava concludendo con un pareggio, fino a quando, la ragazza vide la nonna tra i tifosi.
A quel punto, Andrea si caricò di grinta e coraggio e parò tutti i palloni calciati, mentre Lupo non riuscì più a parare nessun tiro.
La gara si concluse con la vittoria di Andrea.
Il padre di Lupo si avvicinò alla ragazza e, contro ogni aspettativa, le strinse la mano:
- Hai meritato di vincere e mio figlio ha tanto da imparare, deve ancora capire cosa significa fare dei sacrifici!
 Andrea divenne il portiere titolare: il suo sogno si era  avverato e la squadra cominciò, finalmente, ad accettarla. 

 Classe IIIB